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L'anima venduta o ceduta

I nativi dei popoli di cacciatori possono vendere le loro anime a uno spirito protettore degli animali in cambio delle anime di molte prede da cacciare.
A volte vendono la propria anima, a volte è invece lo sciamano a fare questa trattativa, cedendo le anime di un certo numero di membri della tribù. Un sacrificio necessario per il bene della comunità.

La vendita dell'anima non è una fantasia confinata in storie come il Faust, ma una realtà in ogni tempo molto frequente. Accade ogni volta che rinunciamo a una parte essenziale di noi stessi in cambio di un vantaggio. Spesso sono i nativi e gli immigrati a vendere l'anima agli spiriti protettori dell'Occidente, in cambio dei beni consumistici. Come è avvenuto in gran parte agli Indiani nordamericani, vittime poi di vuoto esistenziale (sintomo frequente della perdita d'anima) e di alcolismo.
Nei casi di vendita dell'anima da parte di intere popolazioni, si ha anche la vendita della loro anima collettiva, il che meriterebbe un discorso a sé.
I popoli che vendono l'anima all'Occidente cadono spesso nella dipendenza da droghe e alcol, come appunto gli Indiani americani e gli Inuit (eschimesi), perché la perdita d'anima espone alle possessione di cui tossicodipendenza e alcolismo sono le conseguenze più comuni.

L'anima ceduta

Molte persone cedono la loro anima a un'altra persona, spesso per amore.
È simile a una vendita, ma non viene fatta per averne un tornaconto materiale, solamente per essere accettati o protetti.
A volte questa cessione viene fatta a un gruppo, a un'organizzazione, a un ideale, a una setta.

Si viene indotti alla cessione come pure alla vendita quando si ha scarsa stima della propria particolarità.

Finché il rapporto con il partner o il gruppo riescono a riempire il vuoto causato dalla perdita dell'anima, la persona si sente appagata. Ma si riconosce una certa impersonalità dei comportamenti e del modo di pensare (pensate ai membri delle sette).

Quando però il legame col partner o il gruppo si spezza o diventa vacuo la persona subisce il vuoto interiore e la perdita di affettività e cade preda di possessioni, con frequenti dipendenze da alcol, farmaci o cibo - o da altre abitudini ripetitive, come trascorrere la vita di fronte alla tivù.