Le astuzie del predatore

Tutto ciò che riguarda lo sciamanesimo

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Chaìr
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Messaggio da Chaìr »

Yuma ha scritto:La danza è nata sostanzialmente con l'uomo ed è sostanzialmente la forma di rituale più antico per annullare il potere della mente e connettersi o chiamare gli Spiriti.

Non dimenticherò, comunque, mai il breve periodo(pochi giorni) dopo il Cerchio di ormai un anno fa sul predatore in cui grazie a Tsunki ci liberammo temporaneamente dei voladores; ero tranquillo, rilassato e la mia mente era un po' meno dittatrice e la mia vita un po' meno compulsiva; mi sono anche accorto che gran parte delle cose che riteniamo importanti in un determinato momento semplicemente non lo sono.
Questo è un esempio di quello che intendevo dire sul predatore, in realtà la percezione che ho avuto io però è che queste idee dittatrici non vengono dalla mente, è che semplicemente non siamo capaci nella nostra norma psicofisica di distinguere quali idee vengono da dove. Tu le stai chiamando idee, però io per fare ordine ho iniziato a specificare se sono idee della mente o idee di qualcosaltro.
Una banale questione di vocabolario, non ha importanza dargli un nome specifico però basta non usarne uno che abbia un'accezione comune fuorviante.

I voladores rendono compulsivi i desideri del predatore ma, almeno per me, sono relativamente "facili" da gestire. Se ben ricordo era perché il predatore lascia dei "buchi" perché ti mangia, in quei buchi ci vanno a finire i voladores (Tsunki li ha chiamati in un altro modo però vabbè si capisce lostesso).

Ma la volontà del predatore è inesorabile, è netta e profonda nella pancia, ti fa desiderare le cose in maniera talmente profonda che credo perturbi non poco gli eventi della vita. L'impressione che ho è che spesso quando le cose non vanno secondo i nostri piani (mentali) è perché al predatore non può fregare di meno di quei piani e te li boicotta perché sprecheresti potere e risorse per fare qualcosa che non è ciò che vuole lui.

Ciò che vuole, mentalmente, potrebbe benissimo essere qualcosa che noi deprechiamo. Nel mio caso è così almeno.
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Taranis
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Messaggio da Taranis »

Chaìr ha scritto:Questo è un esempio di quello che intendevo dire sul predatore, in realtà la percezione che ho avuto io però è che queste idee dittatrici non vengono dalla mente, è che semplicemente non siamo capaci nella nostra norma psicofisica di distinguere quali idee vengono da dove. Tu le stai chiamando idee, però io per fare ordine ho iniziato a specificare se sono idee della mente o idee di qualcosaltro.
Se sei interessato ad osservare i pensieri / sensazioni che nascono o passano per vederli per quello che sono (pensieri / sensazioni che nascono o passano) e non caderci dentro non c'è niente
di meglio della Meditazione. Una qualsiasi tecnica va bene, basta praticarla periodicamente e non aspettarsi miracoli da subito. "Il libro dei segreti" di Osho è un libro che ti consiglio in caso.
Chaìr ha scritto: I voladores rendono compulsivi i desideri del predatore ma, almeno per me, sono relativamente "facili" da gestire. Se ben ricordo era perché il predatore lascia dei "buchi" perché ti mangia, in quei buchi ci vanno a finire i voladores (Tsunki li ha chiamati in un altro modo però vabbè si capisce lostesso).
Non mi sembra però che Tsunki abbia mai parlato di "voladores", ha parlato di "predatore" e di parassiti più piccoli del "predatore" che si vanno ad insediare nel nostro corpo nei buchi creati da lui
che si nutrono di emozioni, e li abbiamo rimossi con il rituale notturno. "Volador" è un termine che usa Castaneda e indica il "Predatore" che ci tiene in schiavitù ma Tsunki, che non appartiene né
è troppo interessato alla tradizione castanediana, non l'ha mai usato. Castaneda poi dei parassiti più piccoli nei suoi libri non ne parla nello specifico, quindi il discorso cade.
Chaìr ha scritto: Ma la volontà del predatore è inesorabile, è netta e profonda nella pancia, ti fa desiderare le cose in maniera talmente profonda che credo perturbi non poco gli eventi della vita.
E' tosta si, ma se stiamo a quello che dice Castaneda (e non Tsunki, che io sappia) una strategia di vita adeguata e la disciplina lo contrastano bene.
E' che, abituati all'idea di non avere dei predatori, una volta che ne scopriamo uno e pure agguerrito preferiamo frignare piuttosto che affilare l'ingegno.
Un saluto. :wink:
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Chaìr
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Messaggio da Chaìr »

Vero, Tsunki non ha parlato di voladores, è difficile fare un parallelismo con Castaneda, probabilmente non ha senso farlo ma Tsunki ha anche ribadito in più occasioni che quello che dice Castaneda è corretto senza specificare eccezioni.

Comunque sia il predatore ha una volontà talmente forte che ti accorgi che ha la meglio nella maggior parte dei casi della tua vita. I parassiti sono solo problemi marginali rispetto al predatore.

Posto che questo discorso è 100% opportunistico, in quanto la mente pensa sempre di dovere impostare la vita in un certo modo che le aggrada. E' opportunistico pensare in maniera utilitaria al modificare sè stessi per dare più spazio ad una piuttosto che ad un'altra anima che ci compone, è questo infatti che rende la vita una sorta di battaglia interna: il predatore vuole una cosa, la mente ne vuole un'altra, il risultato è che noi siamo una specie di bastone sbattocchiato a destra e sinistra da due entità che si ignorano completamente, come due coinquilini che non si decidono su come spartirsi gli spazi di casa. Il predatore vuole certe cose, la mente probabilmente non lo sa e se ne viene in contatto dice ce le fanno schifo ... nessuno dei due ha ragione.

Non fa differenza assecondare il predatore o la mente, fa differenza che questi si ignorino completamente o che peggio conflittino. E' questa la causa di disagio. Ma in specifico il predatore si sente a disagio perché ciò che desidera è qualcosa di "antisociale" mentre la mente desidera solo cose sociali. Solo persone che seguono scopi più elevati iniziano a desiderare razionalmente di cambiare sè stessi e quindi la mente inizia a desiderare di accordarsi col resto ma poi si accorge che per accordarsi col predatore dovrebbe darsi alla macchia e .... non c'è nessuna macchia!
CARLOS CASTANEDA: «Ma come si fa a sapere quando un sentiero non ha un cuore, don Juan?»

DON JUAN: «Prima di inoltrarti in esso poniti la seguente domanda: "Questa strada ha un cuore?" Se la risposta è no, lo saprai, e allora dovrai scegliere un altro sentiero.»

CARLOS CASTANEDA: «Ma come faccio a capirlo?»

DON JUAN: «E' una cosa che si sente. Il problema è che nessuno si pone questa domanda, e quando un uomo si accorge di aver intrapreso una strada senza cuore, essa è pronta per ucciderlo. Arrivati a quel punto, sono pochi quelli che si fermano a riflettere e abbandonano la strada.»

CARLOS CASTANEDA: «Cosa devo fare per formulare la domanda nel modo giusto, don Juan?»

DON JUAN: «Fallo e basta.»

CARLOS CASTANEDA: «Quello che vorrei sapere è se esiste un metodo per non mentire a se stessi credendo che la risposta sia positiva quando in realtà non lo è.»

DON JUAN: «Perché dovresti mentire?»

CARLOS CASTANEDA: «Forse perché in quel momento la strada sembra piacevole e divertente.»

DON JUAN: «Sciocchezze. Una strada senza cuore non è mai piacevole. Devi lavorare duramente anche per intraprenderla. D'altra parte è facile seguire una strada che ha un cuore, perché amarla non ti costa fatica.»
Ho incollato questo riassunto dal sito http://www.carloscastaneda.it che è tratto dal primo libro di Castaneda "Gli insegnamenti di Don Juan", libro che molti qui hanno letto, me compreso.

Secondo me questo dialogo ci fa capire che in Castaneda, a differenza di Don Juan, esiste quel conflitto interiore che gli impedisce di avere un'intento compatto e diretto verso una sola direzione, non ha importanza quale essa sia (mente o predatore), se è sufficientemente compatta per lui ha un cuore ma Castaneda sembra incapace di trovare in sè un'autenticità sufficiente a determinarlo.
Di contro sembra che Don Juan non si renda conto di quel conflitto, forse perché essendo un nativo Yaqui non l'ha mai avuto, o forse perché pur conoscendolo il suo ruolo è quello di mostrarsi sempre limpido e trasparente e l'intero discorso è volto a mettere in evidenza questo conflitto senza dirlo apertamente, per fare si che la consapevolezza di Castaneda ci arrivi da sè.

Sia come sia a me sembra che il discorso calzi con il predatore e con quello che ho personalmente esperito a riguardo: Don Juan e Castaneda hanno una configurazione animica differente, uno dei due è privo del predatore, mentre nell'altro risulta evidente che il suo intento è reso spurio dalla presenza di volontà contrastanti.

Se l'amore è (anche) la capacità di indirizzare più poteri nella stessa direzione per ottenere una sinergia, avere due volontà contrastanti che albergano in te non ha nemmeno un po' di cuore ...
... ma credo di essermi spinto un po' troppo in la con le riflessioni, lascio la parola all'Uwishin.
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Taranis
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Messaggio da Taranis »

Secondo me, ma è "L'opinione di un clown" per dirla alla Heinrich Boll, meditare ti aiuterebbe a fare chiarezza e a vedere tanti pensieri/ragionamenti
che ci girano per la testa per quello che sono: qualcosa che se non ti ci attacchi emotivamente passa e va.
Ogni volta che il predatore si fa vivo con i pensieri/emozioni distruttive che usa per mungerci siamo comunque noi a scegliere se assecondarli oppure
metterli da parte. Bisogna solo imparare a fare la scelta giusta, non è semplice ma è fattibile.
Un saluto.
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Tuna
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Messaggio da Tuna »

Taranis, non è così semplice. Il predatore desidera anche cose che, talvolta, ti fanno molto piacere. La libertà dal predatore è un'illusione finché non verrà rimosso. Quindi, anche il desiderio che sembra sano, bello potrebbe venire da la.

Per Rex: mente e predatore non si ignorano. Il predatore agisce sulla mente ed attraverso di essa. Cosa intendevi per mente che desidera qualcosa?
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Taranis
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Messaggio da Taranis »

Marco DP ha scritto: Taranis, non è così semplice. Il predatore desidera anche cose che, talvolta, ti fanno molto piacere. La libertà dal predatore è un'illusione finché non verrà rimosso. Quindi, anche il desiderio che sembra sano, bello potrebbe venire da la.
Aspettate però, riprendo gli appunti del Cerchio della Visione dell'Anima altrimenti rischio di perdermi.

Che la libertà sia un'illusione finché c'è lui lo capisco, fin quando hai un padrone non sei libero.
La risposta alle vostre domande però è nella visione raccontata da Tsunki il primo giorno riguardo la ragazza che chiedeva aiuto agli spiriti in quanto "aveva dei contenuti interiori che non sapeva gestire".
Lì veniva spiegato il meccanismo che si innesca, provate a rivederla.

Di sicuro tutte le emozioni incontrollate relative al passato o che nascono per il futuro provengono dal predatore in quanto per l'essere umano (senza predatore, nudo e crudo) esisterebbe solo il qui ed ora.
Noi non avremmo dei "contenuti interiori" su cui basare la nostra vita, crediamo di averli in quanto il predatore agganciandosi a noi ed iniziando la sua opera ci deforma (crea una concavità in noi),
"mangia" per così dire i nostri ricordi e le emozioni relative, si insedia al nostro interno e ci dà passa l'illusione che quei ricordi siano ancora un presente per cui soffrire/gioire creando un Attaccamento che
di norma non ci sarebbe. Non è l'emozione/ricordo la questione importante ma l'attaccamento a quell'emozione/ricordo, tant'è che Tsunki specificava che vanno tagliati i legami emotivi con i ricordi no?

Il problema serio inoltre si pone quando le emozioni provocate dal morso del predatore sono negative (rimorso, rabbia, istinto omicida/suicida) e non positive in quanto "emozioni di pancia" che se
assecondate rischiano di avverarsi e complicare la situazione.
(purtroppo segue...)
Ultima modifica di Taranis il gio 6 set 2012, 19:47, modificato 4 volte in totale.
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Taranis
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Messaggio da Taranis »

Detto questo, e scusate la prolissità, aggiungo che uno degli effetti della Meditazione è proprio quello di eliminare l'attaccamento ai pensieri/desideri/emozioni che insorgono.

Normalmente capita questo, per schematizzare:
insorge un pensiero --> agganci ad esso la tua consapevolezza --> il pensiero diviene reale (e il predatore magna!)
Meditando diventi consapevole del meccanismo schematizzato sopra e puoi arrivare a cambiarlo, di volta in volta, con il seguente schema:
insorge un pensiero --> non agganci ad esso la tua consapevolezza --> il pensiero passa e va.

La scelta di soffrire, anche se effettuata incoscientemente, è comunque una scelta.
Per questo dicevo che bisogna imparare a scegliere, e per far questo ci vuole disciplina (costanza nel meditare ad esempio!).

Se la questione del predatore è davvero così importante per voi, in attesa di poterlo rimuovere (ma per rimuoverlo, come diceva Nico altrove, nella tradizione seguita da Tsunki
dovete avere/prendere subito dopo un arutam!) vi consiglio di meditare. Meditate gente, meditate!

Libri consigliati sull'argomento:
"Il libro dei segreti" di Osho - tascabili Bompiani.
"I segreti della trasformazione" - Osho - tascabili Bompiani.
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Pinchuruwia
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Messaggio da Pinchuruwia »

Ho postato qui gli interventi che avevate postato su quest'altro topic.
L'argomento è interessante, ma ritengo che meritino un topic a parte.
Buona discussione. :)
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Howlinwolf
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Messaggio da Howlinwolf »

Non conosco il predatore a livello di visione ma penso che chiunque possa sperimentare o abbia sperimentato su di sé il peso sullo stomaco di un ricordo negativo che insorge nella nostra consapevolezza, almeno credo :?
Se alienare sé stessi dal passato, o avere solo una memoria fredda dei suoi contenuti può servire ad essere più consapevoli di queste emozioni istintuali, ben venga.
Ma è così semplice per l'uomo tornare al vuoto?
Dopotutto se ho capito bene noi uomini occidentali siamo un po' come bestie in un allevamento. Ci illudono di essere serviti perché ci nutrono, invece poi siamo servi noi stessi. Ma per chi è abituato a vivere in funzione del predatore, è possibile tornare a essere autosufficienti? Forse è per questo che serve l'aiuto dell'arutam per sopravvivere.. Quindi in ogni caso non si può stare "soli"
Scusate le troppe domande, la realtà di sicuro è molto più semplice di come è rappresentata in questo modo, ma ho trovato l'argomento interessante :D
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Taranis
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Messaggio da Taranis »

In questo post parliamo dell'argomento di un cerchio ben preciso "La visione dell'anima" che si è svolto un anno fa.
Non avendo partecipato al cerchio quello che puoi carpire da qui è una conoscenza letteraria e di seconda mano, poca cosa, ma poiché il cerchio era aperto a
tutti e (anche dopo lo split) siamo su "suolo pubblico", è un qualcosa che si può divulgare.

Per la tradizione sciamanica l'anima di una persona non è una ma più di 1 con funzioni diverse, 3 nella tradizione mongola.
L'elemento centrale del cerchio è stato scoprire che una di queste anime non è propriamente nostra ma un qualcosa di esterno che, approfittando del nostro
"allontanamento dalla natura" si attacca al nostro corpo e attraverso il meccanismo visto nel post prec. si nutre.
Va in un certo modo ad occupare un "posto vuoto" dentro di noi che spiriti migliori non possono più occupare in quanto da noi allontanati con il disboscamento e l'urbanizzazione.
Come dire: allontanati quelli buoni ci becchiamo quello che rimane!

Questo predatore non è cattivo, semplicemente fa il suo mestiere: ha trovato in noi una fonte (in)esauribile del suo cibo preferito (la nostra energia), una fonte
incosciente oltretutto, e ci alleva esattamente come noi alleviamo le mucche. Fa cioè quel che deve fare per nutrirsi.
Ci tiene in recinti facendoci pensare che ciò sia bene, ci fornisce cibo e di volta in volta, procurandoci forti emozioni incontrollate col meccanismo già detto, ci munge.
Quando poi diventiamo troppo vecchi per esser munti veniamo abbattuti.
Farsi prendere dal panico o rimanerne ossessionati non serve a nulla (anzi, il caro inquilino ringrazia), c'è solo da prendere atto della situazione e darsi da fare.
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Howlinwolf
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Messaggio da Howlinwolf »

Che peccato non aver partecipato :?
Non pretendo assolutamente di imparare leggendo, farsi un'idea serve a poco o addirittura è controproducente :?
meglio lasciare la parola a chi ha un'esperienza concreta :lol:
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Mayu
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Messaggio da Mayu »

Qualche mese fa l'Arutam, in una visione potente, mi mostrò un essere tentacolato ribrezzante. Mi avvicinai e, approciando alcuni dei suoi tentacoli, mi apparvero episodi del mio passato, nella loro carica emotiva. Mi accorsi quindi che questo essere si "cibava" di emozioni, o - meglio - dei legami emotivi che noi abbiamo con persone, cose ed eventi, anche quando non hanno più motivo di esserci.

Era il predatore.
"Le Parole dello Sciamano" - La realtà vera è altrove, è completamente diversa da quello che ci appare.
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Chaìr
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Messaggio da Chaìr »

Io ho avuto una visione simile durante un rituale molto potente .... mi è stato insegnato che quello è il potere che esce dal predatore e ho proprio visto che da me usciva come un tentacolo che stritolava persone e oggetti. La fame del predatore si trasforma in tante cose dentro di noi, si spazia dal desiderio, la rabbia, il rimorso, anche quello che normalmente chiamiamo amore è un suo desiderio.
Ho anche però avuto menzione da uno spirito molto potente che questo non è ne positivo ne negativo, che noi non siamo quella cosa li e che averla ha comunque un suo equilibrio, che piaccia o meno alla nostra mente.
I suoi appetiti sono i nostri istinti, se lo affamiamo il suo appetito diventa talmente forte che le sensazioni di ritorno sono dolorose ... per questo ha senso che, finché è parte di noi, lo si sfami per quanto possibile.

Il potere che ho visto uscire era un grosso tentacolo, simile ad un serpente enorme, che catturava le prede e le stritolava. Il potere del serpente costrittore appunto, che è un predatore. Ho sentito quella cosa come se fosse parte di me, viverla così consapevolmente non me la fa percepire come onta o come sbagliata, ho anzi maturato l'idea che si tratti di un livello evolutivo ben preciso e che ha una sua ragione d'esistere. Questo non toglie che si possa decidere di passare ad un livello evolutivo differente eliminandolo e che questo, in linea di massima, sia semplicemente una scelta e non un miglioramento, una chiamata, un atto di fede verso una vita nuova.

Questo almeno è ciò che lo spirito potente di cui sopra mi ha reso consapevole e dunque io lo riporto a voi come me l'ha dato.
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Yuma
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Messaggio da Yuma »

Vi sono popoli che, specialmente nel passato, non hanno o non avevano il predatore, sostituito come protezione dall'Arutam (tra gli Shuar) o da altri spiriti protettori (es: gli aborigeni australiani) che gli consentivano ugualmente di avere buone possibilità di sopravvivere.

Questi popoli non conoscevano la menzogna o altre deviazioni della nostra civiltà, ma avevano un forte concetto della stirpe e le faide erano continue.

Modi assolutamente diversi di vivere, pensare ed interpretare il mondo; mi sono sempre chiesto se mai un occidentale riuscisse a mandare via il predatore sostituendolo con, ad esempio, un Arutam, in che maniera potrebbe cambiare la sua idea di mondo dopo aver vissuto per tanto tempo con delle convinzioni diverse e se rischiasse per questo di più fenomeni di possessione.

Mah...

E tutti gli asceti del passato che appunto con l'ascesi si avvicinavano al sacro, come gli eremiti ed i santi tra i cristiani, gli aderenti al sufismo tra i musulmani, i monaci tra i buddisti, ecc: voleva dire che mettevano, con le sofferenze, la preghiera e le pratiche, appunto, ascetiche, a tacere il predatore?

Animo y fuerza.

Yuma
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Pinchuruwia
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Messaggio da Pinchuruwia »

Ho spostato gli interventi OT qui. In questo topic è meglio continuare a parlare del predatore.
Grazie.
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